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Il mio progetto inizia a prendere corpo a piccoli passi nei primi anni 90, con alcuni anni di studio territoriale, con la prima annata del mio Sangiovese in purezza nel 1995, subentrando definitivamente a mio padre nella conduzione aziendale. Dal 1997 sono coadiuvato dalla mia attuale compagna Eva Bellagamba, che eroicamente sceglie di condividere con me questo percorso sacrificando il suo futuro di architetto. La storia della mia azienda inizia molto prima che io nascessi. Stiamo parlando precisamente dei primi anni 50, allorché mio nonno riuscì nell’impresa di acquistare i terreni su cui già lavorava da tempo con la famiglia, ma in qualità di mezzadro alle dipendenze dei Marchesi Ridolfi. La mia è stata quindi una delle prime famiglie contadine toscane ad uscire dal regime di mezzadria. Questo ha permesso la nascita dell’attuale PIETRO BECONCINI AGRICOLA con cui mio nonno ha svolto il suo lavoro di agricoltore polivalente, e con cui più tardi mio padre decide di dedicarsi completamente alla conduzione di vigneti ed alla produzione di vino.

I PRODOTTI

Nel mio lavoro di vignaiolo questa condizione è particolarmente importante, in quanto una pianta così ben adattata come il Tempranillo consente di produrre in maniera naturale e spontanea con un sicuro e ben collaudato legame al territorio, ed inoltre di limitare le operazioni di difesa dai parassiti e quindi di attuare più facilmente tecniche di coltivazione biologica, oggi sempre più auspicabili.
Il Tempranillo di San Miniato grazie alle sue peculiarità genetiche inoltre produce uve di grande versatilità, adatte a produrre vini anche da grande invecchiamento, che uniscono la notoria morbidezza del vitigno a caratteri prettamente territoriali quali l’acidità della Toscana e la sapidità e la mineralità dei nostri terreni calcarei.

IL TERRITORIO

S. Miniato è contemporamenente un luogo di quiete e meditazione e una cittadina che ti fa sentire al centro degli avvenimenti. Un perfetto equilibrio di arte, cultura e agricoltura grazie alla varietà di coltivazioni del suo territorio intorno alla cittadina puntellato di vitigni, alberi di olivi e dalla produzione di una zucchina autoctona detta “mora” oltre del Carciofo di S. Giminiano. La vitalità turistica si esprime in modo multiformico con eventi che iniziano in primavera e proseguono sino all’autunno con mostre di antiquariato, concerti musicali e mostre d’arte.

GLI ABBINAMENTI

Oggi questo comune molto vasto a metà strada fra Pisa e Firenze rimane un polo produttivo di uve molto importante, con circa 600 ettari vitati, che in gran parte ancor oggi conferiscono i loro frutti ai blasonati vinificatori fiorentini di sempre. Potrà sembrarti strano ma soprattutto il Sangiovese di Pietro Beconcini, grazie alla sua particolare eleganza e salinità, può essere la scelta giusta da abbinare al famoso tartufo bianco di San Miniato.

 

LA CUCINA LOCALE

In un’atmosfera impregnata dei profumi della campagna, si avvia nella nostra cucina di famiglia uno dei nostri riti culinari: il Risotto al Tartufo Bianco di San Miniato. La ricetta è semplice quanto gustosissima e richiede una cipolla, riso Carnaroli, burro e naturalmente il tartufo bianco, prezioso dono delle nostre contrade. Dopo avere preparato un brodo con le verdure di stagione cuociamo il riso per il tempo necessario ad averlo al dente, una volta ottenuto questo si pone nella padella dove attende con impazienza la cipolla minuta ed odorosa, si aggiunge una carezza di burro e il tartufo bianco a scaglie.