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SILVANO PIETRA / LOMBARDIA

Dalle nostre tradizioni contadine fatte di duro lavoro nei campi che richiede grandi energie fisiche è nato un piatto tipico come “il Brasato al Barbera”. Una ricetta composta da un pezzo di buona carne di manzo, assieme a cipolle, carote e coste di sedano e naturalmente a una bottiglia di Barbera, il vino rubino che porta con sé il carattere e l’anima delle vigne locali. La preparazione del brasato inizia la sera precedente, quando la carne viene adagiata in una ciotola capiente, circondata da verdure tagliate grossolanamente e da spezie aromatiche e il vino Barbera che vi viene versato generosamente. Il mattino dopo La carne, scolata dalla marinata e asciugata con cura, viene infarinata leggermente pronta per essere rosolata ed ottenere una crosta dorata. Quando te la troverai nel piatto ricordati di tagliarla in fette sottilissime così potrai apprezzarne al massimo il sapore.

SUGGERITA DA BIRRA CHIARO DI LUNA

MONTA' / PIEMONTE

Un nostro piatto tipico di Montà, è la “Cipolla ripiena al forno”. Un piatto delizioso e sostanzioso che riflette l’uso dei prodotti qui del posto e, in generale, la tradizione culinaria della regione. Le cipolle sono un ortaggio ampiamente coltivato da noi Piemonte.
La ricetta prevede che vengono svuotate e riempite con un ripieno saporito a base di carne tritata (solitamente carne di maiale), pane raffermo, uova, formaggio grattugiato (come il Parmigiano Reggiano o il Grana Padano), prezzemolo, aglio e spezie come pepe nero e noce moscata. Il tutto viene amalgamato fino a ottenere un composto omogeneo.
Una volta preparate le cipolle e il ripieno, le cipolle vengono sistemate in una teglia da forno e ricoperte con una salsa di pomodoro leggera. Possono essere anche aggiunte delle fette di pancetta o prosciutto crudo sopra le cipolle per aggiungere ulteriore sapore e tenerezza.nfine, le cipolle ripiene vengono infornate fino a quando sono ben cotte e la superficie è dorata e croccante.

SUGGERITA DA NOCCIOLAR

PONTE DELL'OGLIO / EMILIA ROMAGNA

Noi la chiamiamo La “torta d’erbi” perchè rappresenta il modo migliore per valorizzare i frutti del nostro territorio.
La prepariamo con una varietà di erbe aromatiche selvatiche che raccogliamo nei i campi e i boschi della Val di Nure. Selezionate con cura le erbe rispettando il ritmo delle stagioni, in particolare foglie di bietole, spinaci selvatici, borragine ortiche, che danno alla preparazione una vivacità tutta da scoprire. Le immergiamo in un morbido abbraccio di uova e formaggio, con cui si fondono armoniosamente, creando una consistenza avvolgente e un sapore pieno di autenticità. Questa torta, cuore della tradizione culinaria locale, racconta storie antiche e segreti custoditi nei racconti delle nonne, portando in tavola l’essenza stessa della Val di Nure. Una volta cotta, la torta d’erbi viene tagliata a fette per regalare momenti di autentica gioia e piacere al palato.

SUGGERITA DA GIOVANNI BIGNAMI

GAVI / PIEMONTE

Un piatto che non devi mancare di assaggiare se vieni nelle nostre contrate sono sicuramente i Ravioli di Gavi, che prendono il nome dalla famiglia che li creò per prima: i Raviolo, proprietari di una storica locanda locale.Il segreto della ricetta sta nel “tuccu”, il sugo che avvolge e completa questi ravioli, a fare la magia. In una pentola di rame, tra l’odore dell’olio che sfrigola e il burro che si scioglie, prende vita un soffritto fragrante di cipolla, carota e sedano. La carne di manzo, dorata e rosolata, si fonde con il vino rosso, che evapora lasciando dietro di sé un aroma intenso e complesso. I pomodori pelati si uniscono al brodo di carne, rosmarino e alloro, e tutto cuoce lentamente, a fuoco basso, per ore. Il tempo qui è un ingrediente fondamentale: solo con la pazienza si può ottenere quel sugo denso e ricco, che parla di tradizioni tramandate di generazione in generazione. Pochi sanno che, per le sue caratteristiche aromatiche e il legame con il territorio, il vino ideale per accompagnare i ravioli è proprio il GAVI DOCG, non dimenticarti di aggiungerlo in tavola!

SUGGERITA DA FONTANASSA

 

CITTA' DI CASTELLO / UMBRIA

Un nostro piatto tipico che rispecchia il nostro amore per le cose semplici e genuine è la “torta al testo”
che in alcune zone dell’Umbria viene chiamata “crescia”. Questo nostro piatto tradizionale è una sorta di focaccia cotta su una lastra di pietra chiamata “testo”. Si parte dalla farina bianca che viene versata
in una ciotola capiente con un pizzico di sale Olio extravergine di oliva e mescolata utilizzando con l’acqua pure delle nostre sorgenti. L’acqua pura delle sorgenti umbre si unisce lentamente alla farina, mescolata con cura insieme a un filo dorato di olio extravergine di oliva, simbolo della generosità della terra umbra. Dopo avere riscaldato “il testo” sulla fiamma viva vi si stende sopra in sottili sfoglie l’impasto morbido che le massaie fanno girare più volte sino a quando diventa croccante e pronto per essere tagliato a metà. A questo punto, preparati all’esplosione di sapori delle bontà locali con cui siamo abituati a farcirlo come il pecorino, il prosciutto o la salsiccia.

SUGGERITA DA FATTORIA CARBOGNANO

ISSOGNE / VALLE D'AOSTA

La si prepara un pò in tutta la Val D’aosta e ovviamente anche nella nostra contrada perchè è perfetta per affrontare le fredde giornate invernali delle montagne. Sto parlando della “Zuppa alla Valdostana”, rustica e sostanziosa si basa su ingredienti locali come la fontina e su verdure classiche come cipolle, carote, patate, il tutto amalgamato con il pane di segale tagliato a fette. La cottura è fatta con brodo, solitamente vegetale, che spande nell’aria un profumo invitante e irrestibile da accompagnare con un bicchiere di vino rosso delle nostre valli.

SUGGERITA DA PRIOD

SCANZANO / TOSCANA

Nelle nostre vaste e incontaminate terre della Maremma,, nasce uno dei piatti più iconici della Toscana: l’Acquacotta, una zuppa rustica composta da ingredienti semplici e genuini raccolti con cura dall’orto e dal pollaio: pomodori, cipolle, sedano, olio extravergine e pane toscano. In una grande pentola di terracotta, viene versato olio extravergine di oliva concipolle, tagliate finemente. A loro si uniscono le carote e il sedano, che aggiungono dolcezza e freschezza, mentre l’aglio, con il suo profumo intenso, arricchisce la base del piatto. I pomodori, rossi e succosi, vengono aggiunti al soffritto. L’acqua pura, versata con gesti lenti e precisi, trasforma il tutto in una zuppa che sobbolle piano, amalgamando gli aromi e i sapori.
Le uova, raccolte fresche dal pollaio, vengono rotte con delicatezza sopra il pane, il loro albume si solidifica leggermente e il tuorlo rimane cremoso, un cuore dorato che racchiude la promessa di un pasto nutriente e consolante. La zuppa bollente, versata con generosità, cuoce l’uovo appena quanto basta, creando un’armonia di consistenze e sapori.

SUGGERITA DA POGGIO LA LUNA

OLTREPO'PAVESE / LOMBARDIA

Una ricetta delle nostre nonne dell’Oltrepò pavese, conosciuta già nell’800 sono senz’altro i Brasadè. Il nome deriva dalla doppia cottura con un primo passaggio di bollitura e di un secondo passaggio in forno. La forma è quella tipica della ciambellina ottenuta da un impasto per dolci senza levitazione e sono fatte tutte con una lavorazione manuale che si tramanda da generazioni. Un pasto popolare che per tradizione viene trasformato in una collana di undici pezzi, di cui cinque rivolte in un senso e le altre in senso contrario. E’ facile, passando per i nostri borghi, trovare delle sagre del Brasadè nelle piazze del paese.

SUGGERITA DA POGGIO ALESSI

ALBA / PIEMONTE

La cucina di Alba può soddisfare tutti i gusti e i palati più fini con i piatti tipici della tradizione langarola:
I classici e celebri “tajarin” all’uovo simili alla tagliatella ma più sottili con una larghezza del taglio pari a 2/3 mm preparati con tante uova che li rendono gialli come il sole. La carne cruda di “Fassona” battuta al coltello, (la Fassona è una razza di carne bovina allevata in Piemonte molto pregiata e battuta al coltello per preservare le sue ottime qualità). Piatti della tradizione che si sposano a meraviglia con il re della terra di langa “Il Tartufo”. La nocciola “Tonda Gentile Trilobata delle Langhe” conosciuta come la “regina” delle nocciole. Può essere consumata come un frutto, essere lavorata nella Crema Gianduja oppure nella tipica Torta di Nocciole, da gustare così com’è oppure accompagnata da panna o zabaione (crema tipica piemontese preparata con tuorlo d’uovo, zucchero, marsala o un altro liquore dolce).

SUGGERITA DA TARTUFI AL MASSIMO

SAN MINIATO / TOSCANA

La cucina di S. Miniato è immersa in quella più vasta e ricchissima di variazioni e prodotti che è quella toscana. Tuttavia la cucina locale riesce ad avere una propria ed affermata identità grazie in particolar modo al tartufo bianco di S. Miniato. Un ingrediente base della cucina che esalta con il suo intenso profumo sia i primi piatti che la classica intramontabile fiorentina toscana.

SUGGERITA DA BECONCINI WINES

RAVENNA / EMILIA ROMAGNA

Nei giorni di festa a Ravenna non possono mancare sulle nostre tavole di famiglia i Passatelli. Una ricetta semplice che porta ad un concentrato di gusto fatta di formaggio, uova, pane grattato e una spezia molto usata in Emilia Romagna anche per certi tipi di dolci: la noce moscata. Dopo avere terminato l’impasto si usa passare il tutto in uno schiacciapatate con grossi fori. La cottura in brodo di carne completa questo piatto tradizionale che è una delle nostre minestre preferite.

SUGGERITA DA NERO FERMENTO

URBANIA / MARCHE

La sua posizione di cerniera tra la Romagna e le Marche fanno della nostra cucina una continua contaminazione di ricette tra nord e centro senza rinunciare ad una nostra tipicità dove si esalta la semplicità del mondo contadino nei primi piatti e anche nella lavorazione delle carni sia suine che bovine senza dimenticare i piatti a base di coniglio. Uno dei piatti più rinomati è il Carpaccio di marchigiana al tartufo bianco. La ricetta è molto semplice ma il segreto consiste nella scelta degli ingredienti che sono la carne bovina magra utilizzando il filetto, il limone, il sale, l’olio extravergine di oliva e naturalmente il tartufo bianco di Acqualagna, uno dei prodotti che fanno grande la nostra terra.

SUGGERITA DA MUZIGHIN

MONTI SIBILLINI / MARCHE

Se amate le sagre di paese con la loro vivacità e il senso della comunità che trasmettono potete venire ad Amandola per la sagra delle Fregnacce con olio e pecorino. Uno dei nostri piatti locali della tradizione contadina. La preparazione inizia con pasta sfoglia fresca fatta con uova, farina e acqua che poi viene tagliata in quadrotti o talvolta in triangoli. La versione classica marchigiana è condita con sugo di pomodoro e ragù di carne, ma da noi si usa accompagnarle con olio di oliva extravergine dei nostri oliveti e con i nostri pecorini di montagna grattati e messi direttamente sulla pasta per esaltarne al massimo la ruvidità e il gusto.

SUGGERITA DA APICOLTURA COLIBAZZI

BASSANO SUL GRAPPA / VENETO

Uno dei prodotti più apprezzati della nostra agricoltura sono gli asparagi di Bassano. Con questi asparagi noi siamo soliti preparare un risotto dal sapore delicato e indimenticabile per gli appassionati di cose buone. Come riso utilizziamo il Carnaroli che viene aggiunto alla cottura assieme ad una preparato di asparagi aromatizzato con cipolla e burro, sale e pepe in brodo vegetale. Immancabile la spolverata di grana padano una volta servito nel piatto.

SUGGERITA DA ANTICO LABORATORIO S. GIUSEPPE

MONZA / LOMBARDIA

La Cassœula con polenta, arrivata dalle nostre parti, si narra, con un soldato spagnolo che per conquistare una cuoca le insegnò la ricetta con la quale lei fece successo. Ora è entrata a pieno titolo come il piatto più rappresentativo della Brianza ed è fatta con la polenta, le verze gelate dalla brina, che le rende più mordide, con le parti meno nobili del maiale e la salsicca loganega anch’essa tipica delle nostre parti. Il nome ha un’assonanza con la casseruola dove viene cucinata ma anche dal cassoueu che sarebbe il particolare cucchiaio che si utilizza per mescolare gli ingredienti.

SUGGERITA DA BLACKMOUTH SPIRITS

MONTEFALCO / UMBRIA

La carne alla brace è da sempre uno dei piatti tipici di gran lunga più apprezzati sulle tavole di case e ristoranti Umbri, con le carni sia di Ovino sia di Maiale e naturalmente quella di Bovino e le nostre birre Santachiara, Alzabove e Santommaso ne sono le degne compagne.

SUGGERITA DAL BIRRIFICIO PERUGINI

IMPERIA / LIGURIA

Una delle ricette più tipiche dei nostri borghi marinari con una storia antichissima perchè era già presente nella cucina locale dal 1300 è la Sardenaira. Una focaccia ricoperta di pomodoro, sardine del nostro mare, olive taggiasche ed aglio.
La chiamiamo anche Pissalandrea per richiamare il nome dell’illustre Andrea Doria. Un’altro piatto che rappresenta la nostra terra è la Panissa, una ricetta semplicissima e gustosa fatta di farina di ceci e acqua che, una volta cotto l’impasto, si lascia solidificare per poi tagliarla in piccole striscie da servire su fette di pane.

SUGGERITA DA DINO ABBO

AREZZO / TOSCANA

Uno dei piatti locali preferiti dagli Aretini è la famosa “Braciolona”. Si tratta di un piatto tradizionale toscano a base di carne di maiale, aromi e spezie. Le braciole all’aretina sono famose per il loro sapore intenso e succulento. La combinazione di erbe aromatiche, aglio e carne di maiale grigliata conferisce a questo piatto un gusto unico e tipico di Arezzo. È una specialità locale che rappresenta l’autentica cucina tradizionale toscana e che sicuramente soddisferà i palati degli amanti della carne.

SUGGERITA DA MALERBA WINES

BOLGHERI / TOSCANA

Una ricetta che non è solo una ricetta ma un vero e proprio evento che coinvolge il paese è la “Testa di cinghiale alla castagnetana”. Una ricetta che, per essere messa in tavola, richiede il lavoro di più esperti a partire da un norcino che sappia separare la testa in maniera precisa secondo un’arte che si tramanda da generazioni, per poi passare ad chi possiede uno spazio adatto per appenderla al soffitto per qualche giorno in modo tale da farla dissanguare, in attesa di toglierla ed iniziare a cospargerla della concia…continua

SUGGERITA DA GIORGIO MELETTI CAVALLARI

LONA / TRENTINO ALTO ADIGE

CARNE SALMISTRADA O FUMADA.
Carne lavorata, da consumarsi cruda o cotta, ottenuta dai quarti posteriori di animali diversi quali suino, cavallo, asino, castrato, capra, cervo o capriolo, dal profumo caratteristico e aromatico, tenera al taglio, di un bel colore rosso vivo. Se sottoposta ad affumicatura prende il nome di “Carne fumada” che si presenta esternamente di colore più scuro e con il caratteristico profumo e sapore dei prodotti affumicati. Le porzioni di carne utilizzate, del peso di circa 1-2 kg per il manzo e il cavallo e di molto inferiore per le altre specie, vengono riposte in appositi contenitori e cosparse di una salamoia secca composta da sale, pepe nero, bacche di ginepro, alloro, cannella e fiori di garofano, il tutto inumidito da vino bianco. Lasciata riposare per almeno 20 giorni, viene quindi posta in appositi locali per una breve stagionatura. L’eventuale affumicatura avviene in appositi locali utilizzando legno di vite o di faggio cosparsi di aghi di ginepro.

SUGGERITA DA CANTINA MICHELI

L'AQUILA / ABRUZZO

L’agnello cacio e uova è una prelibatezza tradizionale della zona della Majella, caratterizzata da una combinazione di sapori intensi e succulenti. Di solito utilizziamo dell’agnello la spalla o la coscia. Dopo la preparazione dell’agnello con aglio, pepe, sale e olio di oliva, lo lasciamo marinare in frigorifero per una notte. Il giorno successivo facciamo una cottura in forno e prepariamo la salsa di cacio e uova e la mescoliamo sino a quando non diventa una crema omogenea e trascorso il tempo di cottura dell’agnello, la versiamo sulla carne nella teglia. Rimettiamo in forno il tutto per un altro quarto d’ora, fino a quando la salsa si è leggermente rappresa e dorata. Si usa accompagnare il piatto con contorni di verdure di stagione o patate al forno.

SUGGERITA DA TERRA DEI BRIGANTI

 

VERCELLI / PIEMONTE

Un piatto della nostra tradizione di campagna che vorremmo farti conoscere è la Panissa Vercellese “. IL FRITTO MISTO PIEMONTESE” si compone di frittura dolce (amaretti , mela e semolino) e salata (bistecca , salsiccia , cervello, midollo) in abbinamento con l’umido , ma solo a richiesta dei buongustai. Le nuove varianti aggiungono semolino al cioccolato, pavesini nel dolce e polpette e magari qualche zucchina nel salato.

SUGGERITA DA RISO IN FIORE

 

 

ALBA / PIEMONTE

La nostra pasta può essere abbinata a una vasta gamma di ingredienti per creare piatti deliziosi e soddisfacenti. Ecco alcuni abbinamenti che ti suggeriamo della cucina tradizionale italiana.
Con sughi di carne come ragù di manzo o di maiale, spezzatino di agnello o sugo di cinghiale. Il sugo si amalgama perfettamente con la consistenza della pasta, creando un piatto sostanzioso e appagante.

Con il tartufo da grattugiare fresco e con i funghi, un altro ingrediente tipico della cucina piemontese.
Con i formaggi, in particolare il gorgonzola, il taleggio, il Parmigiano.
Con le Verdure di stagione per un’opzione più leggera e vegetariana. Si possono utilizzare pomodori freschi, zucchine, melanzane, peperoni o spinaci per preparare una salsa leggera e colorata da servire con la pasta.
Con i Frutti di mare come cozze, vongole, gamberi o calamari. Si possono utilizzare frutti di mare freschi o surgelati per preparare una salsa di mare da condire sulla pasta.

SUGGERITA DA PASTA D’ALBA

SANTA DOMENICA TALAO / CALABRIA

Hai mai sentito parlare dei Gnuocculu?
E’ un primo tipico del nostro paese che richiede una certa preparazione ma il tutto per ottenere un piatto che rappresenta in modo mirabile la nostra cucina impregnata di tradizione di cui ti lasciamo la ricetta.

Ingredienti per 4 persone
500 g di semola di grano duro
Acqua quanto basta
Attrezzature
1 canna essiccata dal diametro di 3 centimetri per 30 cm di lunghezza
1 pettine del telaio millerighe
Preparazione
Impastare la farina versando l’acqua finché risulta omogenea è si stacca dalle mani facilmente
Far riposare per 30 minuti
A questo punto ricavare dei piccoli tozzatti ed allungarli sulla spianatoia arrotolare alla canna e poi passare delicatamente sul millerighe.
Per il condimento
500 g di passata di pomodoro
10 cl di olio evo
1 manciata di basilico
2 peperoncino diavolicchio Diamante
100 g di pecorino calabrese
Preparazione
Portare a cottura la salsa di pomodoro aggiungere il peperoncino una volta cotta la pasta amalgamare e finire con il pecorino.

SUGGERITA DA PANE MATTRASAU

ALTAMURA / PUGLIA

I mustaccioli, dolce tipico natalizio, ha molte varianti regionali, tra cui quella pugliese, dove viene aggiunto del vin cotto per renderli ancora più morbidi. Tra le varianti regionali, c’è anche quella altamurana, dove oltre agli ingredienti classici e il vin cotto, viene aggiunto anche un goccio di Padre Peppe per restituire il gusto dolce e l’aroma intenso dell’elixir. I mustaccioli sono dei dolci tipici della tradizione che vengono solitamente sistemati in cestini e sacchetti da donare a familiari e amici.

SUGGERITA DA PADRE PEPPE

ALESSANDRIA / PIEMONTE

Nel cuore della campagna piemontese, dove le colline si avvolgono dolcemente intorno agli antichi borghi, sorge un tesoro culinario custodito gelosamente dai pastori di Alessandria: il Rabaton dei Pastori.
La sua origine è probabilmente legata al passaggio dei pastori nomadi al ritorno con i greggi dai pascoli di montagna.
Per questo è una ricetta semplice che ha variato gli ingredienti nel tempo.
Per preparare il Rabaton, occorre cominciare con la selezione attenta degli ingredienti più genuini e locali. La base di questo piatto è rappresentata dalla ricotta, erbette o spinaci, uovo, pangrattato, farina, erbe aromatiche e noce moscata, che conferiscono alla ricetta un profumo inebriante e un sapore ricco e intenso.
Con pazienza e maestria, il Rabaton dei Pastori cuoce lentamente sul fuoco, lasciando che gli ingredienti si amalgamino e si fondano insieme, creando un piatto che è più di una semplice combinazione di sapori: è un’ode alla terra e alle sue generose ricchezze, un tributo alla vita semplice e autentica dei pastori piemontesi.

SUGGERITA DA MAMU

BORGOMARO / LIGURIA

Vogliamo suggerirti una ricetta che nasce dai nostri prati perchè fatta di erbe selvatiche che si possono raccogliere nelle colline che circondano Borgomaro come le ortiche, il tarassaco, la bietola selvatica e la pimpinella. Nel nostro dialetto tutte queste erbe insieme vengono chiamata “preboggion” da cui il nome della ricetta “Pesto di preboggion”. Oltre alle erbe, anche pinoli leggermente tostati, aglio, olio extravergine di oliva e una bella spruzzata di Parmigiano. Una volta amalgamato bene mettiamo il tutto nel frullatore per ottenere un pesto straordinario per condire la pasta o da spalmare sui dei fragranti crostini di pane ligure.

SUGGERITA DA LE2MELE

TUSCANIA / LAZIO

Poichè il nostro amore è la campagna vogliamo suggerirti un piatto semplice ma gustosissimo e legato alle tradizioni contadine: L’Acquacotta.
L’acquacotta è una zuppa tradizionale composto principalmente da verdure e ingredienti di base che si coltivano nei nostri campi come la cipolla, l’aglio, l’olio di oliva della Tuscia, i pomodori, il peperoncino, abbinate ad uova e naturalmente al pecorino grattugiato. Se ami la bruschetta considera anche il pane raffermo. La ricetta può variare da famiglia a famiglia, un motivo in più per venirla a scoprire durante uno dei tuoi  viaggi nella nostra zona.

SUGGERITA DA LA RISERVA BIO

MULAZZO / TOSCANA

I testaroli al pesto sono un piatto tradizionale della cucina lunigianese, una regione storica situata tra la Toscana e la Liguria. I testaroli sono una specie di pasta piatta e spessa, a forma di cerchio o quadrato, preparati con una pastella semplice a base di farina di grano e acqua. La particolarità di questa pasta è che viene cotta su una piastra calda detta “testo” o “testi” (da cui il nome “testaroli”).

SUGGERITA DA IL GRADILE

TON / TRENTINO

I nostri ricordi di famiglia non riescono a risalire all’origine di un piatto nostro tipico che di tramanda di generazione in generazione che chiamiamo il “tortel di patate”. Un piatto che incarna l’anima autentica della nostra terra generosa. Il Tortel di Patate è una creazione semplice ma sontuosa: strati di patate grattugiate amalgamate con farina bianca. Il tutto è cotto lentamente in una teglia spalmata di olio di arachidi nel forno a legna, finché la crosta esterna non diventa dorata e croccante, mentre all’interno le patate si trasformano in un morbido abbraccio di gusto.  Ogni boccone è un viaggio sensoriale attraverso i campi verdi e i pascoli alpini, un omaggio alla semplicità e alla genuinità della vita di montagna.

SUGGERITA DA DISTILLERIA FEDRIZZI

PAVIA / LOMBARDIA

A Pavia, celebriamo una delizia culinaria che incarna l’essenza dei nostri prodotti locali: il Risotto alla Bonarda. Questo piatto unisce sapientemente due tesori del nostro territorio: il riso Carnaroli Classico e la Bonarda dell’Oltrepò Pavese. La ricetta è un’elegante semplicità, con riso, porri finemente tagliati e vino Bonarda, diluito con acqua per creare un brodo delicato. Si arricchisce con olio extravergine d’oliva o burro e si completa con Parmigiano Reggiano.

Le nostre esperte cuoche tostano il riso per alcuni minuti prima di unirlo alla pentola con il vino che bolle già da circa quindici minuti. Dopo la cottura, il risotto riposa coperto da un tradizionale canovaccio di lino, in attesa dell’ultimo tocco vigoroso prima di essere servito a tavola, augurandoci reciprocamente un buon appetito!

SUGGERITA DA DI CRISTIANA

APPIGNANO DEL TRONTO / MARCHE

Il piatto più tipico delle nostre parti è sicuramente “l’oliva all’ascolana”. Una ricetta che dovete assolutamente gustare se venite in visita da noi.  Si tratta di olive verdi denocciolate, farcite con una miscela di carne macinata, formaggio, uova e spezie, quindi impanate e fritte. Questo piatto è rinomato in tutta Italia e oltre, e spesso viene servito come antipasto o spuntino. È un’icona della cucina delle Marche e del Piceno in particolare.

SUGGERITA DA CONCA D’ORO

PIVERONE / PIEMONTE

Una ricetta che non manca mai sulle nostre tavole, in particolare nei mesi invernali, è la “Bagna Cauda”.
La bagna cauda è una salsa calda a base di aglio, acciughe e olio extravergine d’oliva, servita tradizionalmente in una terrina posta al centro del tavolo. Le verdure di stagione, come carote, sedano, peperoni, cavolfiori e cardo, vengono immerse nella salsa e consumate dopo essere state inzuppate.
La preparazione della bagna cauda prevede la lenta cottura dell’aglio in olio d’oliva fino a renderlo morbido e aromatico, quindi si aggiungono le acciughe e si lasciano sciogliere completamente nella salsa. La consistenza finale dovrebbe essere cremosa ma non troppo densa. La bagna cauda è un piatto molto conviviale e gustoso, perfetto per condividere momenti in compagnia di amici e familiari. È un vero e proprio simbolo della cultura culinaria del Canavese e del Piemonte, che celebra l’autenticità e la ricchezza dei sapori locali.

SUGGERITA DA BUEMI VINI

RAVENNA / EMILIA ROMAGNA

La cucina del nostro territorio è molto varia e ricca di primi piatti di pasta sfoglia ripiena sia di carne che di verdure. La ricetta che accomuna tutti i romagnoli ed i turisti, per la sua semplicità che permette di gustarla nei numerosi chioschi della provincia è la nostra “Pieda” (con il nome dialettale) . La sua caratteristica è di essere di pane non lievitato con la sua forma tipica sottile. Dal consumo popolare di prodotto che richiedeva solo acqua, farina e sale, nel tempo si è arricchita di tante versioni con sopra salumi, formaggi, funghi ed ogni tipo di salsa. Anche i dolci al cucchiaio sono sempre una garanzia come ad esempio la crema zabaione dove poter immergere le nostre tessere bizantine.

SUGGERITA DA BISCOTTI BIZANTINI

MONFERRATO / PIEMONTE

Il Riso alla Monferrina è più di un semplice piatto: è un viaggio nel tempo, un racconto di tradizioni e di amore per la terra. È il simbolo di una cucina genuina, che celebra l’incontro tra l’uomo e la natura, tra il lavoro dei campi e la convivialità della tavola.
Dopo una paziente lavorazione della salsiccia monterrina cucinata con cipolla, sedano e carota nella teglia con il burro fuso si aggiunge il riso leggermente tostato così da esaltarne anche le minime sfumature. Il secondo passaggio è nel brodo vegetale che, con una lenta cottura lo porta ad assorbire tutti i sapori. Vi consigliamo di preparate sulla tavola anche la grattugia per una generosa spolverata di Parmigiano Reggiano.

SUGGERITA DA GENTILE BRUSASCA